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La campagna "Salviamo la ricerca italiana" nasce a seguito della lettera che 69 scienziati italiani, tra cui Giovanni Ciccotti, Duccio Fanelli, Vincenzo Fiorentini, Giorgio Parisi e Stefano Ruffo, hanno inviato all'autorevole rivista scientifica Nature e su di essa pubblicata il 4 Febbraio 2016.

Nella lettera gli scienziati invitano l'Unione Europea a fare pressione sul Governo Italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca in Italia e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore (3%) a quello della pura sussistenza attuali (1%), richiamandolo a fare il proprio dovere in questo settore cruciale per il futuro del paese.

In seguito Giorgio Parisi ha lanciato la petizione su Change.org per aumentare la forza di questa richiesta raccogliendo decine di migliaia di firme.


Approfondimenti

Sulla legge 133 - Giorgio Parisi, 2008

Sinistra e ricerca: intervento al congresso nazionale PDS - Giorgio Parisi, 1997

La ricerca italiana è...

Sottofinanziata

I dati sui finanziamenti in ricerca e sviluppo in percentuale sul PIL collocano l'Italia agli ultimi posti tra i paesi OECD. Il Sistema Universitario Italiano è da anni sottofinanziato (il fondo di finanziamento ordinario alle università è in continua discesa dal 2009 ad oggi). I fondi per la ricerca di base italiana, distribuiti su base competitiva ai progetti scientifici che sono valutati più validi, sono dieci volte di meno di quelli della Francia.

Produttiva

La qualità della ricerca italiana è attestata da più di un indicatore: l’Italia l’ottava nazione al mondo per articoli scientifici pubblicati, mentre è la settima per il loro impatto, misurato dalle citazioni (SCImago Country Rankings, periodo 1996-2014). Secondo la classifica internazionale ARWU, dei 66 atenei statali italiani, circa uno su tre entra nel top 3% mondiale
Ma se si dividesse la produttività scientifica per la quantità di investimenti ricevuti, in modo da misurare il ritorno dell’investimento nella ricerca, allora ben 14 università italiane otterrebbero una valutazione superiore a quelle delle più famose istituzioni internazionali.

Il futuro del paese

Nei paesi tecnologicamente avanzati, il benessere è legato fortemente allo sviluppo dell’innovazione. Negli ultimi 15 anni l’Italia ha perso terreno sul fronte della produttività, rispetto ad altre nazioni quali stati Uniti, Germania e Francia. La correlazione tra mancato investimento in ricerca e sviluppo e mancata crescita è evidente e costituisce la principale sfida che il paese deve affrontare per garantire un futuro alle giovani generazioni.

Parlano di noi

L'iniziativa Salviamo la Ricerca Italiana ha destato l'attenzione della stampa e dei mezzi di comunicazione sociale. Ecco alcuni esempi: